sabato 23 agosto 2008

RUBRICA OGGETTI STRANI E INTROVABILI







































Per chi non si poteva permettere l'autoradio
ecco il "Portaradiolina"



















Il mio copritappo benzina con serratura


















Una lussuosa cornice per il 
blocchetto accensione.














I paraspruzzi.

















Chi si ricorda degli immancabili 
santini magnetici?




















 

 Autoradio con cassa.


















Anabbagliante panoramico per Fiat 500.




















I portachiavi.



Altra serratura per il cofano anteriore.

















Rarissima serratura per cofano anteriore.




Quando non ci si può separare 
dall'amata neanche per dormire.













Per chi ha paura che gli freghino le ruote ecco i dadi ruota con chiave.
















Le prime 500 non avevano l'indicatore
del livello carburante apparso solo con il 
modello L (1968) quindi i più pignoli si 
portavano dietro l'asticella.






giovedì 21 agosto 2008

eccola!

Ora si fa sul serio...ecco una Steyr-Puch su una
spaventosa salita del Grossglockner

UN PO' DI STORIA SULL' AZIENDA STEYR-PUCH

Storia della STEYR-DAIMLER-PUCH

Gli "Stabilimenti Tecnici per la Costruzione di Autoveicoli Steyr-Puch S.R.L." sono stati fondati da Johann Puch, uno dei più grandi imprenditori industriali nella storia del' Austria..

Nato nel 1862 a Redkersburg nella Stiria, egli incominciò la sua carriera come costruttore di serrature, nel 1899, egli fondò la "Prima Società per Azioni Industriale per la fabbricazione di biciclette della Stisia" , a Graz, dove per i primi due anni furono prodotte solo biciclette.

Nel 1902 ebbe inizio la produzione di biciclette con trasmissione a motore, mentre nel 1906 vennero prodotte anche le prime automobili.

Alla sua morte, avvenuta nel 1914, le biciclette, i ciclomotori, le automobili sportive e di lusso, i taxi , gli autobus, i furgoni e gli autocarri da trasporto, le ambulanze ed i veicoli per i vigili del fuoco venivano già costruiti presso le sue quattro fabbriche, che erano situate rispettivamente a Graz, Vienna, Budapest e Praga.

Durante il periodo della prima e della seconda guerra mondiale vennero primariamente fabbricati dei ciclomotori aventi un motore raffreddato ad aria e a doppio cilindro rivoluzionario, così come venivano sempre fabbricate le biciclette e le automobili, insieme ai mezzi militari che servivano l'Esercito Austriaco e quello Tedesco, presso la fabbrica che a quel tempo era stata ribattezzata con il nome di " Stabilimenti Puch S.P.A.".

LA FUSIONE CON LA DAIMLER

La " Stabilimenti Puch S.P.A." si fuse incorporandosi con la " Società Industriale austriaca per motori Daimler" , una casa che produceva, con un certo successo, degli autocarri e dei veicoli per passeggeri, la quale aveva creato, nel 1905, il primo modello di automobile a quattro ruote motrici. L' allora proprietario era Paul Daimler , fratello di Gottlieb, futuro fondatore della Mercedes Benz !!!!!!

LA FUSIONE CON LA STEYR

L' impresa, che ormai era stata consolidata e che si chiamava " Stabilimenti Riuniti Daimler e Puch Austriaci S.P.A " , si fuse poi con un' altra impresa Austriaca, la " Stabilimenti Steyr S.P.A. ".

La " Stabilimenti Steyr S.P.A. " si era sviluppata da una fabbrica di armi, fondata nel 1864 a Steyr, nel' Austria superiore da, Josef Werndl.

Dopo la prima guerra mondiale, la" Stabilimenti Steyr S.P.A." era stata trasformata in una fabbrica automobilistica, cosicché la prima automobile Steyr venne prodotta nel 1920.

L' azienda che comprendeva, rispettivamente, la "Stabilimenti Puch S.P.A." a Graz. la "Società Industriale Austriaca per motori Daimler" nella città nuova di Vienna, e la "Stabilimenti Steyr S.P.A." nella stessa Steyr, venne denominata " STEYR--DAIMLER--PUCH " nel 1934, e questo è il nome che ha ancora oggi l' Azienda !!!!!

Di fatto, a partire dal primo Gennaio 1987 la struttura della compagnia è stata completamente riorganizzata, in modo che la " Steyr--Daimler--Puch " è diventata una società finanziaria avente parecchie società consociate indipendenti, la più grande delle quali è oggi giorno. quella degli " Stabilimenti Tecnici per la Costruzione di autoveicoli Steyr--Daimler--Puch S.R.L. " di Graz.

Il 1999, oltre che essere stato il quarantesimo anniversario del' Haflinger, è stato anche il centenario della società, che per l' occasione ha modificato il proprio nome, ha accorciato le tre sigle e si chiama S.F.T . ( STEYR FAHRZEUG TECHNIK ).

        Ancora dalla saga di...Italia 1 !

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Yes, I speak Fiat 500





Fiat 500 Supercar!




mercoledì 20 agosto 2008

Mony, Puffetta Supercar e io



Che figata poter scrivere un blog su un'automobile che ha fatto e che fa sognare chi la possiede, che riesce a farti vedere il mondo da un'altra ottica e che nel mio caso è un vero antistress quotidiano.
Parlo della Fiat 500, grazie al sito della più moderna nipote abbiamo imparato a scrivere e pronunciare questo nome in tutte le lingue del mondo ma la nonnetta ha parlato, parla e parlerà tutte le lingue e dialetti di tutti i popoli del pianeta grazie alla sua linea inconfondibile (premio Compasso d'Oro a Dante Giacosa, suo designer e inventore).
Sempre più rara è oggi diventato un oggetto cult, di moda ma come tutte le mode non tutti quelli che la possiedono riescono veramente a comprendere che un auto d'epoca è per prima cosa un'amante esigente.
Anche quando si guasta o scoppietta affannata è sempre la tua piccina, ha bisogno di cure e non puoi abbandonarla in un garage solo perchè non vuol ripartire.
Devi farti coraggio e aprire il buffo cofano poteriore dove è alloggiato il bicilindrico e cercare di capire che cosa può essere accaduto....le candele sporche? Arriva benzina al carburatore? La pompa C funziona? la bobina? le puntine si sono incollate? ma non dimenticare mai di controllare il condensatore, primo responsabile di un infarto per la Fiat 500.
La Fiat 500 è semplice come il pane fatto in casa e ci ricorda che fino a poco tempo fa si facevano le cose cercando di risparmiare e far risparmiare chi le comprava. 
Pensate che al suo esordio nel 1957  l'idea della casa Fiat  era quella di creare un'auto leggera perché più ferro si usava più sarebbe aumentato il costo, con il minor numero possibile di optionals e che fosse come due vespe assemblate.
Si risparmiò persino nel motore passando dal primo progetto 110 E1 al progetto 110 E6 per approdare al defintivo 110 del modello N.
Era così anche per le altre auto europee coetanee del cinquino come la francese "2 CV" che al suo debutto aveva soltanto un fanale laterale.
Ritornando al motore, il progetto 110 E6 fu preso in considerazione e sviluppato dalla azienda austriaca Steyr-Daimler-Puch che nel 1958 realizzò la 500 Steyr Puch.
La 500 Steyr Puch (prodotta nei modelli D, DL, C, E, T, TR, TRII, ed S) non è molto conosciuta in Italia per una legge assurda che ne vietò l'importazione nei primi anni 60, il motore  della rivale oggi sorella austriaca è un boxer bicilindrico a cilindri contrapposti.
Questo motore garantiva maggiori prestazioni in ripresa e soprattutto in salita dove, nelle gare di montagna, rarissime volte i nostri preparatori Giannini e Abarth riuscirono a spuntarla contro questi mini bolidi rombanti. 
Il motore boxer con la sua particolare disposizione garantiva un baricentro più basso e un assetto migliore anche in curva permettendo ai piloti austriaci di "giocare più sporco" anche in quei frangenti.

supercar

Che figata poter scrivere un blog su un'automobile che ha fatto e che fa sognare chi la possiede, che riesce a farti vedere il mondo da un'altra ottica e che nel mio caso è un vero antistress quotidiano.
Parlo della Fiat 500, grazie al sito della più moderna nipote abbiamo imparato a scrivere e pronunciare questo nome in tutte le lingue del mondo ma la nonnetta ha parlato, parla e parlerà tutte le lingue e dialetti di tutti i popoli del pianeta grazie alla sua linea inconfondibile (premio Compasso d'Oro a Dante Giacosa, suo designer e inventore).
Sempre più rara è oggi diventato un oggetto cult, di moda ma come tutte le mode non tutti quelli che la possiedono riescono veramente a comprendere che un auto d'epoca è per prima cosa un'amante esigente.
Anche quando si guasta o scoppietta affannata è sempre la tua piccina, ha bisogno di cure e non puoi abbandonarla in un garage solo perchè non vuol ripartire.
Devi farti coraggio e aprire il buffo cofano poteriore dove è alloggiato il bicilindrico e cercare di capire che cosa può essere accaduto....le candele sporche? Arriva benzina al carburatore? La pompa C funziona? la bobina? le puntine si sono incollate? ma non dimenticare mai di controllare il condensatore, primo responsabile di un infarto per la Fiat 500.
La Fiat 500 è semplice come il pane fatto in casa e ci ricorda che fino a poco tempo fa si facevano le cose cercando di risparmiare e far risparmiare chi le comprava. 
Pensate che al suo esordio nel 1957  l'idea della casa Fiat  era quella di creare un'auto leggera perché più ferro si usava più sarebbe aumentato il costo, con il minor numero possibile di optionals e che fosse come due vespe assemblate.
Si risparmiò persino nel motore passando dal primo progetto 110 E1 al progetto 110 E6 per approdare al defintivo 110 del modello N.
Era così anche per le altre auto europee coetanee del cinquino come la francese "2 CV" che al suo debutto aveva soltanto un fanale laterale.
Ritornando al motore, il progetto 110 E6 fu preso in considerazione e sviluppato dalla azienda austriaca Steyr-Daimler-Puch che nel Settembre del 1957 realizzò la 500 Steyr Puch.
La 500 Steyr Puch (prodotta nei modelli D, DL, C, E, T, TR, TRII, ed S) non è molto conosciuta in Italia per una legge assurda che ne vietò l'importazione nei primi anni 60, il motore  della rivale oggi sorella austriaca è un boxer bicilindrico a cilindri contrapposti.
Questo motore garantiva maggiori prestazioni in ripresa e soprattutto in salita dove, nelle gare di montagna, rarissime volte i nostri preparatori Giannini e Abarth riuscirono a spuntarla contro questi mini bolidi rombanti. 
Il motore boxer con la sua particolare disposizione garantiva un baricentro più basso e un assetto migliore anche in curva permettendo ai piloti austriaci di "giocare più sporco" anche in quei frangenti.